L’iniziativa si propone di raccontare un particolare periodo storico, quello del grande sviluppo industriale piemontese, attraverso la narrazione documentata di quel momento della giornata in cui migliaia di operai consumavano il pranzo nel “barachin”: emblema di un periodo storico che la crisi degli anni ’90 e la progressiva chiusura di tanti stabilimenti hanno ormai definitivamente allontanato dalla nostra memoria.
Alla presentazione della mostra, promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte e realizzata in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’Associazione culturale Kores, allestita a Palazzo Lascaris, sono intervenuti: Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Carlin Petrini presidente Slow Food, Piercarlo Grimaldi Rettore Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alba Zanini presidente Associazione Culturale Kòres.
La mostra, prodotta dalla Fondazione Meneghetti e curata da Ermanno Tedeschi, porta a Roma oltre cento opere del maestro tra dipinti, sculture, oggetti di design e gioielli, ospitati in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti d'Italia e del mondo che, insieme ad alcune videoinstallazioni, rappresentano uno spaccato importante dell'immensa e poliedrica produzione di Meneghetti.
I materiali usati nelle sue opere vanno dalla ceramica al vetro, dal ferro al bronzo. Al centro degli oggetti di design c'è sempre l'uomo, caratterizzato da una varietà infinita che si rifà alle poliedriche percezioni e ai molteplici punti di vista del soggetto.
La mostra, inaugurata in occasione della Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio in commemorazione delle vittime dell’Olocausto, è promossa dalla Fondazione Palazzo Mazzetti e dalla Città di Asti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e con la collaborazione di Banca CRAsti. La collettiva è curata da Ermanno Tedeschi e si avvale della collaborazione dell’ISRAT (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti).
Il fil rouge che collega le opere dei 37 artisti in mostra è l’idea della memoria e del ricordo che lega ogni uomo alle proprie origini e tradizioni, ed intesa come unico strumento di conoscenza che l’uomo ha a disposizione, in quanto rende ciascun individuo consapevole delle proprie esperienze passate, e solo così pronto ad affrontare quelle presenti e quelle future.
La collettiva comprende diversi ambiti della vita umana e diverse discipline.
Riccardo Mazza • Interactive Sound srl
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